Semplice, dolce, fantastico. Un film con un cast stellare e una Jennifer Lawrence strabiliante nei panni di Joy Mangano, la creatrice del Magic Mop, l’invenzione che ha rivoluzionato l’arte del lavare il pavimento a migliaia di donne (e non solo). Si, sto parlando del mocio che in molti abbiamo a casa, quello che si strizza da solo senza che sia necessario toccarlo con le mani; l’utensile che può essere usato per pulire tutta a casa e che può essere lavato in lavatrice per poi tornare come nuovo e senza più germi.

Certo, quello realizzato dalla protagonista è ancor più fantastico e avresti voglia di comprarlo pure tu al modico prezzo di 19 dollari, perché hai la prova concreta che supera di gran lunga la QVC, ovvero la Qualità Valore Convenienza.

Lo so, sembra che voglia vendervi l’invenzione del non secolo, ma nello stesso modo in cui io sono rimasta affascinata da un oggetto che vedo tutti i giorni, in bagno o al supermercato, io vorrei farvi venire la voglia di vedere questo film. Forse non basta elencarvi il cast: oltre alla già citata Lawrence, non mancano Robert De Niro, Isabella Rossellini, Bradley Cooper, Edgar Ramirez, Diane Ladd e tante altre stelle che illuminano alla perfezione questo gioiello di pellicola. Quel che la rende tanto speciale è infatti, il personaggio di Joy e la meravigliosa interpretazione della già vincitrice del premio Oscar nel 2013 per Il lato positivo, la quale rispecchia il ruolo di una donna giovane e forte, che da sola porta avanti un’intera baracca fatta di una nonna, sua alleata, una madre depressa in seguito al divorzio, due figli curiosi, nonché un ex marito e un padre che vivono nel seminterrato poiché hanno litigato con le rispettive e attuali compagne. E come la celeberrima citazione di Martin Luther King “Solo quando è buio si possono vedere le stelle”, proprio nel momento in cui la sua casa e la sua vita stanno pian piano cadendo a pezzi, le si risveglia la vena creativa che aveva tanto da bambina e, con il sostegno delle persone necessarie, nonché di tanto sacrificio espresso in soldi, impegno e fatica, dà alla luce la sua creazione che brevetta.

Naturalmente, come dice il proverbio “piove sempre sul bagnato”, la strada dell’eroina, come se non ne avesse già passate abbastanza, non sarà libera dagli ostacoli, poiché un mal funzionamento da parte di chi rappresenta la legge, grandi debiti e frode sono pronti all’agguato e a disfare i sogni in un secondo. La nonna diceva che Joy era destinata al successo e alla felicità, perché lei è la reincarnazione della perseveranza, aggiungo io. È la donna che tutte noi vorremmo essere, o per lo meno parlo per me; e se pensate che è solo un film forse non vi ho ancora detto che questo racconto è tratto da una storia vera, o meglio – come viene precisato all’inizio del film – di tante donne vere e in particolare di una.

Ovviamente è una storia romanzata e piace pure per questo. E piace altrettanto per tutte le sfaccettature che compongono questo lungometraggio: dalla regia e sceneggiatura ben ricamate di David O. Russel ( candidato due volte agli Academy Awards per Il lato positivo nel 2012 e American Hustle nel 2013), che scandiscono e caratterizzano le quattro generazioni in gioco e la crescita della protagonista (infanzia, età adulta ed età matura), alla fotografia poetica che segue i suoi stati d’animo.

Joy, fino ad ora ha ottenuto cinque candidature come migliore attrice a Jennifer Lawrence, di cui una in occasione degli Oscar 2016,  tre come miglior film commedia in occasione dei Phonix Critics Cicle Awards e Critics’Choice Movie Award, nonché ha concessione alla giovane attrice di vincere un meritatissimo Golden Globe 2016. Chissà cosa avranno in serbo i prossimi Academy Awards!

Voto 9!

Alice